Il lavoro:passione per il mondo e l’umanità
Dall’ 1 al 7 agosto si è tenuto a Dobbiaco – presso la “Casa per ferie Europa” – un Convegno dal titolo “Il lavoro: passione per il mondo e l’umanità”.
Organizzato dal Consiglio dell’Istituto, l’evento ha visto la partecipazione di una ventina di persone in presenza e di numerose altre online, collegate dal Brasile, dall’India, da Malta e dalla Polonia,.
Il prof. Roberto Rossini (presidente nazionale ACLI) ha proposto una riflessione sul rapporto tra lavoro e vocazione: il primo serve a realizzare la persona che deve far fruttare i suoi talenti e fare bene il compito che è chiamato a svolgere in vista della trasformazione del mondo. Dopo aver sottolineato che “il lavoro deve produrre uomini prima che cose”, il relatore ha offerto altri spunti relativi all’impatto di questa pandemia sul mondo del lavoro e alle disuguaglianze presenti nel nostro pianeta ricordando la speranza di papa Francesco, e cioè che tutti abbiano accesso alle tre T: terra, tetto, lavoro (trabajo).
La seconda relatrice, Maria Rosa Zamboni, ha focalizzato l’attenzione sul lavoro tra memoria e profezia sottolineando come sia necessario trovare un equilibrio tra lavoro e orizzonte complessivo della persona coltivando uno sguardo attento alla persona che lavora, a ciò che si produce, alle condizioni di lavoro e al recupero di una cultura della manualità.
Infine il terzo relatore, don Giuseppe Ghitti, ha affrontato il tema del lavoro e della preghiera in alcuni testi di Papa Francesco sottolineando come, per i laici, debba essere “rovesciato” il motto di San Benedetto (“Labora et ora”) e come il sentirsi bene nel proprio operare nel mondo sia già preghiera.
Alcune testimonianze di donne lavoratrici di diverse nazioni hanno, poi, concluso il Convegno al quale è seguita una passeggiata insieme nei boschi delle Dolomiti.